domenica 3 febbraio 2019

Sono L’uomo più gay del mondo (impiegato, scrittore, regista, drammaturgo) Scritto Da Mattia Bianchi


Cari lettori,
Sono l’uomo più gay del mondo, impiegato, scrittore, giornalista non accreditato, regista, drammaturgo, scrivo di argomenti lgbt, scrivo anche polizieschi, i miei racconti sono quasi tutti ambientati negli USA, alcuni ambientati a Milano, città dove sono nato e dove vivo che a mio parere si presta ai polizieschi come clima e posizione geografica.
Le città dove ambiento i miei racconti sono Los Angeles e New York le due città che preferisco, protagoniste di romanzi, film e serie televisive.
Molte volte parlo della mia esperienza personale, il mio coming out per convincere anche le altre persone sia uomini che donne a farlo.
Noi omosessuali abbiamo sempre bisogno di visibilità, siamo troppo stati picchiati, uccisi e bruciati vivi per una condizione che è normale.
Noi nasciamo così come nasciamo transessuali, quasi tutti facciamo professioni “normali”, giornalisti, impiegati, scrittori, avvocati, sportivi, medici, conduttori televisivi, dirigenti di aziende, imprenditori.
Basta con le discriminazioni, siamo tutti esseri umani e abbiamo il diritto di vivere, amare ed essere quello che sentiamo di essere.
I so no omosessuale e anche disabile 50% per mancanza di un rene.
Il movimento omosessuale nasce in Germania a metà del 1800 prima della seconda  guerra mondiale che ci ha sterminati nei campi di sterminio.
Ma noi siamo resistiti, noi non molliamo mai.
Certo io sono uno di quei omosessuali che danno troppo nell’occhio, anche per evitare atti di omofobia.
Lotto per i diritti lgbt ancora prima che mi confidassi con i miei genitori, colleghi e tutte le persone che conosco.
Indosso abiti femminili solo in scena e quando faccio le mie poche apparizioni pubbliche.
Sono un dei tanti scrittori lgbt del mondo, Marcel Proust, Oscar Wilde; Federico Carcia Lorca, la poetessa lesbica Saffo, Tomas Man, Arthur Rimbaud poeta omosessuale e maledetto, Joris Karl, Gore Vidal, Truman capote e tanti altri, naturalmente loro sono scrittori famosi, io sono solo una persona alla quale piace  scrivere, lo faccio per hobby non so se sono bravo, ma lo faccio perché mi fa stare bene.
Scrivo da quando avevo 14 anni e non ho mai smesso.
Scrivendo esprimo quello che con la voce non riesco a dire.
Scrivo molto della mia omosessualità perché per è importante, fa parte di me.
Mi piacerebbe costruirmi una famiglia, sposarmi con un uomo che mi comprenda e accetti così come sono, mi porti a cena fuori e non si approfitti di  me, come è successo in passato.
Di che pensano di me le altre persone non m’importa come io rispetto loro esigo che rispettino me.
Io sono oltre ogni tipo di pregiudizio e di etichetta, ma la gente tende sempre a giudicarti, ho una una ordinaria senza ogni tipo di vizio, non bevo, non fumo, cerco di mangiare in modo equilibrato.
I miei personaggi fanno parte di me, naturalmente sono personaggi inventati per cui non esistono, frutto della mia fantasia, mi piace specificarlo sempre.
Sono una persona semplice fondamentalmente buona.
Ho creato anche alcune riviste annuali.
Un gruppo televisivo che tratta argomenti lgbt.
Faccio parte della cultura lgbt, tutti gli anni partecipo al gay pride.
Questo anno si festeggia anniversario dei moti di Stonewall famoso locale gay Newyorchese dove è scoppiata la rivolta contro i soprusi della polizia.
Dando vita al primo gay pride, marcia per la libertà.
Ogni persona a diritto di vivere come vuole, basta che non rubi, faccia violenza o ammazzi qualcuno, può fare quello che vuole.
Sono contro ogni tipo di violenza, non mi piacciono le ingiustizie.
Il mio simbolo è la statua della libertà, simbolo di tutte le libertà.
Anche se in molti paesi non si liberi, molti omosessuali, vengo ancora torturati e ammazzati, molte persone pensano che l’omosessualità si possa curare, ma non può curare, non essendo una malattia.
Ora anche la transessualità non è più considerata una malattia, concludo io finalmente non siamo più considerati malati.
Sono uomo fuori e donna dentro, mi piace che ci si rivolga a me al femminile, ma al maschile va bene lo stesso, basta che mi chiamate.
Non mi resta che salutarvi e darvi appuntamento ad atri racconti.
Ringraziandovi sempre per leggermi sempre.
Vostro
Mattia Bianchi.
























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